8 commenti di m.marchesini
9/1/2009 - Sandro Lazier risponde a m.marchesini
Scusi Marchesini, lei fa parte dello studio MDU architetti di Prato che ha collaborato con Archea per il progetto d'arte nuragica di Cagliari nel 2006?
Solo per correttezza d'informazione.
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6713
di m.marchesini
del 08/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Quindi, signor Carta, secondo lei, ammissibile una giustizia parziale, con due pesi e due misure.
E mi dica, chi, tra coloro che sbagliano, dovrebbe pagare, e chi no?
forse i "geni", universalmente riconosciuti come tali da una corte di intellettuali assoldati e conniventi?
e quegli stessi intellettuali? essendo geni di minor livello, dovrebbero sacrificarsi in nome del supremo? se dovessero sbagliare anch'essi, come pare abbiano fatto, dovrebbero pagare?
e che dire invece dei servi ebbri del pifferaio magico? carne da macello?
siamo all'assurdo.
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6705
di m.marchesini
del 07/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
..."Chi rispetta in toto la legge e le leggi? "..
Carta...mi scusi, io si!
da cui...ognuno parli per se per favore.
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6694
di m.marchesini
del 07/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Signor Rinaldo...
per lenire la sua terribile noia le suggerisco un bel rave, un bel cocktail di alcool e extasi, per proseguire poi con uno spericolato viaggio in auto, da concludersi, definitivamente, contro qualcosa di enormemente solido, assai pi delle relazioni!
di una sola cosa la prego, scelga per il suo itinerario, un'automobile molto capiente, compagni di viaggio pari suo, nessuno dei quali sobrio, una strada rigorosamente deserta.
Passi la voce agli amici,
e ci lasci vivere in pace nella noia.
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1482
di m.marchesini
del 27/11/2006
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Sulla riforma dell'ordinamento professionale
di
Alberto Scarzella Mazzocchi
Elenco dei selezionati al concorso "Auditorium della citt di Padova"
Ultimo Aggiornamento: 16/11/2006
Riportiamo l'elenco dei 10 gruppi selezionati per la seconda fase del concorso sull'Auditorium per la citt di Padova.
In ordine alfabetico:
Ati Archea - Italia
Ati Juan Navarro Baldeweg - Spagna
Ati Cecchetto & Associati Srl - Italia
Ati David Chipperfield Architects Ltd - Gran Bretagna
Ati Odile Decq - Benoit Cornette Sarl - Francia
Ati Architectuurstudio Herman Hertzberger Bv - Olanda
Ati Arata Isozaki Associati - Giappone
Ati Kada E Wittfeld Architekten - Austria
Ati Aies Mateus & Associados - Portogallo
Ati Van Berkel En Bos Unstudio B.V. - Olanda
Ogni altro commento superfluo.
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1469
di m.marchesini
del 16/11/2006
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Carnevale a Piazza Armerina: la carrozzata 'Villa
di
la Redazione
Letta la lettera di Sgarbi non posso che commentare con tono analogo ai suoi tanti coloriti interventi televisivi: il nuovo progetto per la villa di Piazza Armerina UNO SCHIFO!!
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1399
di m.marchesini
del 13/09/2006
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Nonsolomoda, anche idiozie
di
Paolo G.L. Ferrara
Signor Carta,
non la mia visione edulcorata, la visione di Gio Ponti.
Ora, a lui andata bene, alla sua generazione mediamente meglio che alla nostra di sicuro,ed ora basta, ora ci che lui diceva edulcorazione, mediocrit, perch tutto maledettamente pi complicato!
ora che abbiamo tutti i mezzi, che il messaggio di Gi Ponti, come quello di tanti altri grandi, arrivato a colpire la sensibilit delle "masse" (e parlo di architetti, cio di laureati, cio di gente che ha studiato e che studia), ci che serve, ci che necessario, tutt'altro, ci che non si capisce, ci per cui bisogna sondare l'insondabile!
tutta una questione di numeri signor Carta, di numeri e nient'altro!
ma poi che vorrebbe dire quando afferma: "vorrei semplicemente sottolineare l`aspetto speculativo della questione. Con molta probabilita', e` proprio questa visione edulcorata ed edulcorante della architettura sulla societ che genera poi delusione", che si vuol attribuire all'architettura dei ruoli che non ha? che la si carica di eccessiva importanza? si spieghi per favore, e argomenti cio che afferma.
Vede sig, Carta la mediocrit diviene un imposizione ricattatoria, di fronte ad una offerta "consistente" e, sottolineo, mediamente buona, vi una domanda scarsa e spesso fatta di occasioni mediocri e ancor piu spesso solo a scopo "propagandistico", magari a favore di quegli stessi architetti e/o politici e/o amministratori, che si prestano a far parte di certi "sistemi", a costruire artificiosamente tale domanda che non avrebbe, apparentemente, ragione concreta di esistere.......
Il tutto per far parlare di se, per vedere il proprio nome pubblicato, per far pubblicit alla propria rivista, per far parte di una o quell'altra nomenklatura....
La mediocrit st nella non seriet, nel non andare fino in fondo, nel far perpetrare simili sistemi da "catena di S.antonio", quei sistemi cio che ti illudono di lavorare per poi disilluderti facendoti scoprire che stai solo ....scrivendo degli indirizzi sulle buste, che arriveranno a gente alle quali si chieder di scrivere altrettanti indirizzi su altrettante buste.....etc.
Ma tutto questo vuol forse dire che fare architettura non serve? che edulcorazione pensare che essa potrebbe essere protagonista nel migliorare le sempre pi "gradevoli" citta paesi e campagne? forse che a lei piacciono cos come sono? a me no! ma si sa, a tutto ci si abitua e magari, a forza di studiare, arriveremo a pensare, e in parte qualcuno gi lo sostiene col suo research "accademico", che essere cinici la norma, civile, che il marasma edilizio, lo sprawl urbano bello, che i capannoni disseminati sul teritorio sono come cattedrali (ma quante ce n'), che la campagna ridotta sempre pi in lacerti pasolinianamente zozzi poesia pura!
Lei studia per amore della cultura, per conoscere, per capire, bene, belle parole che condivido in pieno, a parte il fatto che con quest'affermazione non si fa altro che ricadere in un altro...mediocre luogo comune, quel luogo comune che ci vuole tutti laureati e studiosi per amore dello studio. Ma basta!
io ho studiato per fare l'architetto, e di raccontare dei miei virtuosismi intellettuali non mi importa un fico!!
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1395
di m.marchesini
del 12/09/2006
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Nonsolomoda, anche idiozie
di
Paolo G.L. Ferrara
Gio Ponti scriveva: "l'architettura facile".
Con queste cristalline... e inequivocabili parole, voleva intendere che essa, l'architettura, un fatto di intuito, di ispirazione, di ARTE.
Bei tempi i suoi, bell'animo il suo.
Tempi in cui vi era ancora una gran fiducia un atteggiamento positivo verso il presente e il futuro e non l'attuale lincobente cappa di catastrofismo, di paranoico sospetto verso tutto e tutti, di totale sfiducia verso ogni istituto, verso ogni disciplina, non questa involuzione che ci vede racchiusi a riccio a meditare, a rimurginare a costruire assurde congetture intellettualoidi e sterili.
Ricercare la verit...ma io sono architetto, la mia verita, la verit, io la voglio esprimere con l'architettura e non producendo sbrodolose pubblicazioni, non facendo sfoggio di bel scrivere e bel parlare, non mostrando la mia inutile erudizione!
voglio progettare, voglio sperimentare le mie intuizoni fregandomene altamente se sono inferiore a un ghery, se gli sono alla pari, se vedo pi in la di lui e voglio farlo attraverso i progetti, attraverso pi occasioni temporalmente vicine, che mi mettano in grado di progredire la mia visione, di correggere gli sbagli, ti calibrare meglio il tiro, di far sedimentare bene gli elementi giusti nella memoria del disco fisso del mio cervello! voglio lavorare, progettare e costruire, non scrivere.
Voglio maturare, il mio linguaggio, la mia architettura la mia vita.
Ma questo periodo storico, questo paese di merda , ha prodotto generazioni di sbandati, laureati e quindi carichi di aspirazioni e di cose da dare, come Gio, ma che corrono il serio rischio di andare perdute! perche queste cose sono troppe, l'offerta e tanta e la domanda e poca, vi un cinismo imperante, vi una corsa all'impazzata alla mediocrit, al ribasso, allo svendersi peggio delle puttane.
Nel frattempo gia tanto se si pu far conto su un lavoro decente ogni tre quattro anni, quando hai gi perduto la memoria delle traversie del precedente, degli entusiasmi e delle delusioni.
Non vi progresso, non vi sedimentaione, maturazione, solo precariet, ancora, anche qui!
Amaro sfogo lo scrivere, lo studiare, lo si fa investendo per un futuro migliore...ma la vita una sola ed adesso!
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Commento 6722 di m.marchesini
del 09/01/2009
relativo all'articolo La qualit architettonica non solo cultura. mo
di Renzo Marrucci
"in oltre io mi riferivo ad un atteggiamento diffuso di "border line" a cui la societa' ci ha abituato. C'e' una norma da seguire, ma talvolta tale norma puo' essere interpretata, gli avvocati stanno li per questo, per interpretare le leggi. E i giudici per giudicare il comportamento delle persone".
In queste parole il "succo" del discorso sig. Carta.
A quest'atteggiamento "border line", come lei lo definisce,
taluni, assai pochi, in virt di presunti meriti, non solo si sono abituati, ma ne hanno tessuto il codice parallelo.
Come unici detentori di tali regole parallele, traggono vantaggio e privilegio personale da esse, prevaricano sugli altri in maniera direttamente proporzionale al grado di persuasione sulla "capacit interpretativa" delle norme ufficiali.
Tal altri, la moltitudine dei fessi, hanno sostanzialmente due scelte davanti a loro:
1)l'emulazione di tali modelli di furberia, talvolta, da maldestri, sbattendoci le corna
2)l'aggrapparsi alla risorsa dell'onest, che si traduce poi nell'osservanza anche di quelle norme ufficiali inique, difficilmente modificabili da chi non ha i mezzi per farlo.
Delle sacre scritture mi importa poco, diversi sarebbero gli episodi in esse per porsi in contraddittorio con lei, mi interessa invece l'aspetto laico della societ e di essa mi piacerebbe poter pensare che fosse un luogo di equit e di opportunit per tutti.
Del fatto che Casamonti sia o non sia un genio mi importa poco, cos come di scarsa utilit gridare alla gogna per lui.
Cio che mi pare di poter dire che proprio lui, in virt delle condizioni di vantaggio dalle quali pare che sia partito, in virt delle superiori doti intellettuali di cui si fa vanto, proprio lui che, per mezzi e relazioni forti, poteva adoperarsi a cambiare le regole ufficali, proprio lui che poteva in effetti farsi portavoce di un'architettura, in tal senso,di miglior qualit, non lo ha fatto.
Egli ha optato unicamente per la propria auto affermazione e, nel farlo, ha scelto di adattarsi convenientemente al cos fan tutti agendo contro le regole, ponendo se stesso, di prepotenza, al di sopra degli altri, ma agendo, di fatto contro la stessa genialit.
Non mi pare un atto da poco, e di atto ben consapevole si tratta.
N mi pare che un'architettura che nasca da premesse simili, un'architettura che cerchi le sue ragioni d'essere in una vuota bellezza, negli effetti speciali, nelle atmosfere, negli artifici, nell'ebbrezza e nella fuga dalla noia, possa definirsi geniale.
E tali sono le descrizioni che sino ad ora arrivano a difesa della sua architettura.
Altra ragione di rammarico, infatti, la totale assenza di commentatori insigni, favorevoli al Casamonti, delle testimonianze di quei progettisti illustri e solidali che diano atto della giustezza oltre che degli atti del nostro, anche delle straordinarie doti dei risultati di tali atti: l'architettura.
Si nascondono.
E poi, quegli stessi critici, che lei afferma esistere, perch non si esprimono anche loro in questa sede, dando l'importanza che merita a una vicenda che dovrebbe aprire ad una feconda transizione?
E poi ancora, gli ordini, le facolt.
Sino a che gli interlocutori saranno questi, con questi argomenti, mi pare si far poca strada.