Si potrebbe dire c'ero anch'io, ma oggigiorno il privilegio della presenza ha perso gran parte della sua importanza.
Comunque posso informare, innanzi tutto, su cosa sia avvenuto prima, ossia da quale baratro ci abbia risollevati Greg Lynn. Spieghiamo infatti che due settimane prima della sua conferenza erano stati invitati dalla FAF, sempre in occasione del decennale, Eberle&Baumshlager; e Koolhof. Altra conferenza che ha preceduto quella di Lynn, ci stata gentilmente concessa da Sir. M.Hopkins. Al di l di tutti questi nomi dal sicuro impatto mi sembra doveroso rilevare da osservatore autonomo ed insomma anche meno imbarazzato da doveri di cortesia, che si sia affermata una volta di pi l'inerzia immobile del mondo accademico italiano(tutto?). Cerco ora di argomentare: i contributi di Eberle e Hopkins hanno marcato senza dubbio la loro inesistente linea di ricerca presentando un catalogo delle opere, ribadendo quei due o tre concetti base, buoni per ogni stagione (caso Hopkins clamorosamente). Mi sembra inutile sottolineare il fatto che siano state le conferenze pi presenziate (anche dal corpo docente) e applaudite. Non passeremo per sotto silenzio il fatto che gli invitati all'ormai cerimoniale intervento critico-affabulatorio di Vittorio Savi si siano sottratti con quasi imbarazzante e "clamoroso silenzio". Problemi con la traduzione? Probabile, ma non lo sapremo mai! Non mi sto a dilungare sui temi trattati, anche perch immaginabili ma aggiungo solo che il resto dei temi messi in campo da altri interventi rasentava il banale tanto vero che il tutto sembrato un programmatico tentativo di distogliere l'attenzione dalla teoria dell'architettura e riportarlo alla pratica, anzi al praticismo ( ricordo che uno dei temi portanti del decennale dovrebbe essere la continuit teoria-pratica nell'architettura). Insomma come prevedibile le due prestazioni che ci sono sembrate pi convincenti o perlomelo appassionate sono state appunto quella di Lynn e Koolhof. L'architetto tedesco pur denuciando tutta la labilit delle basi che informano il suo programma, e siamo nel 2003 d.C., ha dimostrato una coerenza processuale che ben riuscito a trasmettere nell'arco dell'incontro. Su questa ricerca si potrebbe parlare a lungo, ma risulterebbe noioso almeno quanto cercare di distinguerne un progetto dall'altro. Quindi mi limito a riportare la significativa impostazione che l'architetto a voluto dare al suo contributo. Koolhof ha mostrato come prima immagine quella del salotto di casa sua e da l partito a spiegare la miriade di salotti pressoch identici che sta tirando s per tutta Berlino. A parte gli scherzi stata un'impostazione che ha denunciato in maniera inconfutabile l'aderenza dell'architetto a quello che un sentimento diffuso di colpa nel popolo tedesco, che si esplicita in un'architettura intimista e fondamentalmente ottocentesca e per questo immune da colpe. Propongo un confronto della sua opera con un altro tedesco, sicuramente pi grande di lui, che ne "Il cielo sopra Berlino" parte da una situazione intimistica analoga per poi sfociare ottimisticamente, anche a livello architettonico, in una visione del futuro di pi ampio respiro e sicuramente problematica.
Su Greg Lynn molto stato detto da Ferrara e quindi mi astengo per ora da un commento approfondito, come del resto ho fatto fin ora. Mi scuso per l'incompletezza di alcuni concetti e anzi gradirei volentieri discuterne meglio con altri.
In ultimo lancio un input che spero venga raccolto per continuare il dibattito sul fondamentale intervento di G. Lynn al XFAF: troppo poco si parlato della ricerca di Lynn, come di altri, e delle sue basi filosofiche, mentre molto si continua a discutere sulla questione epistemologica dell' architettura digitale. Non pensate che sia indispensabile capire cosa sta dietro queste esperienze, cosa le differenzi, per non cadere nell'appiattimento e banalizzazione che a volte si portati a perpetrare nel dover discutere sulla legittimit o meno dell'uso dello strumento informatico? Va be' sono appena caduto nello stesso errore, potete anche non rispondere direttamente alla domanda. Anzi sarebbe meglio.
Commento 309 di j lobo
del 17/04/2003
relativo all'articolo Greg Lynn: idee fresche, idee dinamiche
di Paolo GL Ferrara
Si potrebbe dire c'ero anch'io, ma oggigiorno il privilegio della presenza ha perso gran parte della sua importanza.
Comunque posso informare, innanzi tutto, su cosa sia avvenuto prima, ossia da quale baratro ci abbia risollevati Greg Lynn. Spieghiamo infatti che due settimane prima della sua conferenza erano stati invitati dalla FAF, sempre in occasione del decennale, Eberle&Baumshlager; e Koolhof. Altra conferenza che ha preceduto quella di Lynn, ci stata gentilmente concessa da Sir. M.Hopkins. Al di l di tutti questi nomi dal sicuro impatto mi sembra doveroso rilevare da osservatore autonomo ed insomma anche meno imbarazzato da doveri di cortesia, che si sia affermata una volta di pi l'inerzia immobile del mondo accademico italiano(tutto?). Cerco ora di argomentare: i contributi di Eberle e Hopkins hanno marcato senza dubbio la loro inesistente linea di ricerca presentando un catalogo delle opere, ribadendo quei due o tre concetti base, buoni per ogni stagione (caso Hopkins clamorosamente). Mi sembra inutile sottolineare il fatto che siano state le conferenze pi presenziate (anche dal corpo docente) e applaudite. Non passeremo per sotto silenzio il fatto che gli invitati all'ormai cerimoniale intervento critico-affabulatorio di Vittorio Savi si siano sottratti con quasi imbarazzante e "clamoroso silenzio". Problemi con la traduzione? Probabile, ma non lo sapremo mai! Non mi sto a dilungare sui temi trattati, anche perch immaginabili ma aggiungo solo che il resto dei temi messi in campo da altri interventi rasentava il banale tanto vero che il tutto sembrato un programmatico tentativo di distogliere l'attenzione dalla teoria dell'architettura e riportarlo alla pratica, anzi al praticismo ( ricordo che uno dei temi portanti del decennale dovrebbe essere la continuit teoria-pratica nell'architettura). Insomma come prevedibile le due prestazioni che ci sono sembrate pi convincenti o perlomelo appassionate sono state appunto quella di Lynn e Koolhof. L'architetto tedesco pur denuciando tutta la labilit delle basi che informano il suo programma, e siamo nel 2003 d.C., ha dimostrato una coerenza processuale che ben riuscito a trasmettere nell'arco dell'incontro. Su questa ricerca si potrebbe parlare a lungo, ma risulterebbe noioso almeno quanto cercare di distinguerne un progetto dall'altro. Quindi mi limito a riportare la significativa impostazione che l'architetto a voluto dare al suo contributo. Koolhof ha mostrato come prima immagine quella del salotto di casa sua e da l partito a spiegare la miriade di salotti pressoch identici che sta tirando s per tutta Berlino. A parte gli scherzi stata un'impostazione che ha denunciato in maniera inconfutabile l'aderenza dell'architetto a quello che un sentimento diffuso di colpa nel popolo tedesco, che si esplicita in un'architettura intimista e fondamentalmente ottocentesca e per questo immune da colpe. Propongo un confronto della sua opera con un altro tedesco, sicuramente pi grande di lui, che ne "Il cielo sopra Berlino" parte da una situazione intimistica analoga per poi sfociare ottimisticamente, anche a livello architettonico, in una visione del futuro di pi ampio respiro e sicuramente problematica.
Su Greg Lynn molto stato detto da Ferrara e quindi mi astengo per ora da un commento approfondito, come del resto ho fatto fin ora. Mi scuso per l'incompletezza di alcuni concetti e anzi gradirei volentieri discuterne meglio con altri.
In ultimo lancio un input che spero venga raccolto per continuare il dibattito sul fondamentale intervento di G. Lynn al XFAF: troppo poco si parlato della ricerca di Lynn, come di altri, e delle sue basi filosofiche, mentre molto si continua a discutere sulla questione epistemologica dell' architettura digitale. Non pensate che sia indispensabile capire cosa sta dietro queste esperienze, cosa le differenzi, per non cadere nell'appiattimento e banalizzazione che a volte si portati a perpetrare nel dover discutere sulla legittimit o meno dell'uso dello strumento informatico? Va be' sono appena caduto nello stesso errore, potete anche non rispondere direttamente alla domanda. Anzi sarebbe meglio.