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Inevitabilmente larchitettura, nel suo farsi territorio, ambiente, ha attinenza
con lecologia.
Larchitettura attivit che modifica, trasforma una condizione
di natura in una condizione di cultura. Partendo da questo assunto, evidente
come il lavoro di trasformazione sia alla base di ogni fatto architettonico. Inoltre,
fare architettura equivale a trovare un nuovo equilibrio rispetto allequilibrio
esistente. Appare quindi piuttosto chiaro come lecologia sia una disciplina
strettamente attinente allarchitettura.
Larchitettura modifica sempre un assetto geografico, e ci comporta
scelte di tipo politico, etico, estetico. Larchitettura modifica il contesto
territoriale proponendo nuove fruizioni, e quindi, nuovi modelli di relazione
fra luomo e il suo ambiente. Ogni nuovo oggetto architettonico realizza
un organismo fisico-spaziale e determina un modello di comportamento, inevitabilmente
inserendosi nel pi vasto sistema degli equilibri ecologici. Va comunque
precisato che larchitettura e resta una trasformazione artificiale
attuata dalluomo attraverso strumenti diversi rispetto a quelli di cui
si serve la natura. E quindi, nella sua peculiarit essa si presenta come
fatto dialettico, in qualche modo di contrasto rispetto alla condizione naturale.
Anzi, una delle ricchezze del fatto architettonico risiede proprio nella capacit
di stabilire un rapporto dialettico con lambiente naturale, con il paesaggio.
Tra architettura e contesto esiste un rapporto di dare-avere reciproco. Dallintensit,
dalla forza di questo rapporto dipende la qualit stessa del fatto architettonico.
Il lavoro dellarchitetto essenzialmente un lavoro sul territorio
della memoria. Dietro una trasformazione geografica e un contesto fisico vi
sempre una forte componente di vissuto umano, esistenziale, e quindi di storia,
che per larchitetto diventa memoria. Memoria che gioca un ruolo determinante
nel processo progettuale. Larchitettura unattivit
che viene da lontano e si proietta al di l della vita dellarchitetto
stesso. Per questo, la componente della memoria assume un carattere ineluttabile:
I luoghi sono pi forti delle persone, la scena fissa
pi forte delle vicende umane ha scritto Aldo Rossi
in Autobiografia scientifica.
La ricerca di nuovi spazi per la vita delluomo strettamente legata
ai valori simbolici e metaforici che sono propri della memoria. In effetti, dietro
le valenze tecniche e funzionali che sorreggono la domanda della committenza,
larchitetto tende a testimoniare in favore delle forze pi profonde,
ancestrali, che lo spingono a plasmare lo spazio in termini positivi, creativi,
pur partendo dai limiti e dalle contraddizioni del presente. Larchitettura
testimonia, in termini di forma, la storia. Essa lespressione
formale della storia. Attraverso il presente noi costruiamo il futuro. La spinta
al sopravvivere aspirazione segreta alleternit, forza
che anima e sorregge il lavoro dellarchitetto. Larchitettura
un linguaggio: le case, le piazze, le strade, i parchi e le citt parlano
della storia delle persone. Larchitettura un linguaggio primario,
diretto e immediato. La buona architettura deve poter essere descritta e decifrata
con facilit. Insomma: una casa una casa, e una piazza
una piazza.
Gran parte della crisi della cultura architettonica contemporanea dovuta
alla incomunicabilit dei segni. Troppo spesso i nuovi edifici, le nuove
costruzioni si propongono come veri e propri rebus tecnologici,
dove possibile orientarsi solo attraverso dei codici segnaletici di supporto
e aiuto. La perdita della capacit dellarchitettura di comunicare
direttamente al suo fruitore una perdita della qualit abitativa:
Luomo abita quando ha la capacit di orientarsi nello
spazio ci dice Heidegger.
E poi, una chiarezza del linguaggio proprio dellarchitettura condizione
indispensabile per poter riconoscere la legittimit e la ricchezza degli
altri linguaggi. Daltronde, il valore culturale e politico, direi ecologico
della coesistenza dei linguaggi, una delle esigenze fondamentali del
mondo contemporaneo. |