Inevitabilmente l'architettura
 
  Oggi il 7/8/2007
Opinioni
Inevitabilmente l'architettura
di Leandro Janni
Inevitabilmente larchitettura, nel suo farsi territorio, ambiente, ha attinenza con lecologia.
Larchitettura attivit che modifica, trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura. Partendo da questo assunto, evidente come il lavoro di trasformazione sia alla base di ogni fatto architettonico. Inoltre, fare architettura equivale a trovare un nuovo equilibrio rispetto allequilibrio esistente. Appare quindi piuttosto chiaro come lecologia sia una disciplina strettamente attinente allarchitettura.
Larchitettura modifica sempre un assetto geografico, e ci comporta scelte di tipo politico, etico, estetico. Larchitettura modifica il contesto territoriale proponendo nuove fruizioni, e quindi, nuovi modelli di relazione fra luomo e il suo ambiente. Ogni nuovo oggetto architettonico realizza un organismo fisico-spaziale e determina un modello di comportamento, inevitabilmente inserendosi nel pi vasto sistema degli equilibri ecologici. Va comunque precisato che larchitettura e resta una trasformazione artificiale attuata dalluomo attraverso strumenti diversi rispetto a quelli di cui si serve la natura. E quindi, nella sua peculiarit essa si presenta come fatto dialettico, in qualche modo di contrasto rispetto alla condizione naturale. Anzi, una delle ricchezze del fatto architettonico risiede proprio nella capacit di stabilire un rapporto dialettico con lambiente naturale, con il paesaggio. Tra architettura e contesto esiste un rapporto di dare-avere reciproco. Dallintensit, dalla forza di questo rapporto dipende la qualit stessa del fatto architettonico.
Il lavoro dellarchitetto essenzialmente un lavoro sul territorio della memoria. Dietro una trasformazione geografica e un contesto fisico vi sempre una forte componente di vissuto umano, esistenziale, e quindi di storia, che per larchitetto diventa memoria. Memoria che gioca un ruolo determinante nel processo progettuale. Larchitettura unattivit che viene da lontano e si proietta al di l della vita dellarchitetto stesso. Per questo, la componente della memoria assume un carattere ineluttabile: I luoghi sono pi forti delle persone, la scena fissa pi forte delle vicende umane ha scritto Aldo Rossi in Autobiografia scientifica.
La ricerca di nuovi spazi per la vita delluomo strettamente legata ai valori simbolici e metaforici che sono propri della memoria. In effetti, dietro le valenze tecniche e funzionali che sorreggono la domanda della committenza, larchitetto tende a testimoniare in favore delle forze pi profonde, ancestrali, che lo spingono a plasmare lo spazio in termini positivi, creativi, pur partendo dai limiti e dalle contraddizioni del presente. Larchitettura testimonia, in termini di forma, la storia. Essa lespressione formale della storia. Attraverso il presente noi costruiamo il futuro. La spinta al sopravvivere aspirazione segreta alleternit, forza che anima e sorregge il lavoro dellarchitetto. Larchitettura un linguaggio: le case, le piazze, le strade, i parchi e le citt parlano della storia delle persone. Larchitettura un linguaggio primario, diretto e immediato. La buona architettura deve poter essere descritta e decifrata con facilit. Insomma: una casa una casa, e una piazza una piazza.
Gran parte della crisi della cultura architettonica contemporanea dovuta alla incomunicabilit dei segni. Troppo spesso i nuovi edifici, le nuove costruzioni si propongono come veri e propri rebus tecnologici, dove possibile orientarsi solo attraverso dei codici segnaletici di supporto e aiuto. La perdita della capacit dellarchitettura di comunicare direttamente al suo fruitore una perdita della qualit abitativa: Luomo abita quando ha la capacit di orientarsi nello spazio ci dice Heidegger.
E poi, una chiarezza del linguaggio proprio dellarchitettura condizione indispensabile per poter riconoscere la legittimit e la ricchezza degli altri linguaggi. Daltronde, il valore culturale e politico, direi ecologico della coesistenza dei linguaggi, una delle esigenze fondamentali del mondo contemporaneo.
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  29/1/2006
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