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Questa nostra epoca caratterizzata dalla tecnologia, dalla comunicazione, dalla globalizzazione dei fenomeni e dei processi sociali, vede emergere in modo sempre pi intenso, pressante, un profondo bisogno di identit e appartenenza.
Larchitettura attivit umana primaria da sempre ha la funzione di esprimere valori, qualit, bellezza, offrire risposte ai bisogni dellindividuo, della collettivit. La necessit delluomo di discretizzare il continuum, separare, porre limiti, confini, dare ordine e forma al mondo, al proprio mondo, ma insieme il bisogno di conquista, di nuove sfide, di nuovi traguardi, lo hanno portato attraverso un lungo cammino dalla caverna preistorica al labirinto ipertecnologico della metropoli contemporanea. Oggi, nella citt, nella metropoli contemporanea, la nostra condizione esistenziale, il nostro abitare, caratterizzato da una periferia sconfinata, indefinita, in continua crescita, che riduce progressivamente lidentit e la cultura dei luoghi, delle citt, dei paesaggi.
Tra la necessit e il desiderio sempre pi esplicito e pressante di ricomporre, di ritrovare alcune condizioni vitali, scandite da precisi rapporti tra noi ed il nostro spazio esistenziale possiamo individuare: il rapporto con il sito geografico in cui abitiamo, il rapporto con lo spazio collettivo della piazza o della strada, il rapporto con lorganismo della casa, il rapporto con gli altri uomini e donne.
Come in un testo letterario di Andrea Camilleri, una semplice espressione lessicale, ripetuta nel tempo e nello spazio, ha la forza di far riconoscere un luogo da un altro, cos nel campo dellarchitettura, in una certa misura, la stessa espressione formale suggerisce lappartenenza di un manufatto architettonico ad uno specifico territorio, ad un particolare paesaggio. E cos, il volume prismatico conficcato nel suolo, ritagliato da spigoli vivi e con superfici dove prevale il pieno sui vuoti, una forma diffusa in tutto il territorio siciliano: ma, se le superfici esterne sono in malta silicea, ocra, dalla linea di terra al coronamento, quel volume costruito proprio del Palermitano; se le pareti sono ricoperte con malta e sabbia vulcanica, azolo nero, la costruzione la ritroviamo nel Catanese; se il prisma in pietra lavorata con ricorsi orizzontali, tipico del Ragusano; se il prisma ricoperto di latte di calce siamo nel Trapanese; ed infine, se la pietra rasata da malta, il volume si ritrova nel Nisseno e nellEnnese.
Indagare tra questa ed altre forme lessicali delluniverso costruito facilita la scoperta del nucleo vitale dellarchitettura, cio rende possibile il riconoscimento del permanere delle forme nello spazio, perpetuando lidentit di un luogo, costituita da vicende umane, storiche e linguistiche. Al tecnico, al progettista questa scoperta apre importanti prospettive di attenzione e di ricerca nei confronti dellarchitettura costruita. Considerando nel suo lavoro queste permanenze paragonate al lessico narrativo, letterario, realistico e vivido di Camilleri egli pu trarre concreto fondamento per continuare a radicare la propria opera nei rapporti antichi e nuovi del luogo, del sito in cui stato chiamato ad intervenire. Ma lazione del progetto non facile, scontata, soprattutto quando si interviene nel paesaggio siciliano, cos straordinariamente ricco, suggestivo, complesso. Il progettista deve evitare la furia corrosiva di una generica, superficiale "modernit", non deve rifugiarsi nella banale ripetizione di un apparato linguistico dominante, convenzionale, mentre luso del nucleo vitale proprio perch vitale richiede un apporto di originale autenticit, di creativa rielaborazione dei simboli, delle forme e dei materiali.
Per chi progetta nel paesaggio, la scelta del campo orografico extraurbano, non ha tanto senso e significato nella contaminazione della specificit della progettazione architettonica con quelle delle tecniche paesaggistiche, ed ancor meno con quelle ambientalistiche: nel progettare larchitettura fuori dalla citt, si opera una sorta di sconfinamento che impone, al tecnico-progettista, una scelta precisa, obbligata sul concetto di citt nella sua valenza culturalmente pi ampia, originaria, che il principio insediativo.
Nel progetto di paesaggio, del paesaggio contemporaneo, poich non si tratta della manomissione totale dellambiente, ma della riassunzione di esso in funzione della formazione di senso in un campo determinato, si tratter di operare con il minimo degli spostamenti possibili e insieme, con il massimo delleconomicit figurativa dellintervento. Anche di fronte ad uno spazio geografico altamente manipolato, il problema rester lindividuazione del punto sensibile il punctum, direbbe Roland Barthes quindi loperazione minima, consapevole, necessaria.
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