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Com' possibile congetturare che l'avvento del Computer abbia liberato
e determinato l'avvento di una nuova architettura?
Sono spinto a scrivere sull'argomento per il dilagare di questo luogo comune,
che ormai investe la critica architettonica e l'opinione pubblica. Vedi l'articolo
di Paolo Ferrara, di Gillo Dorfles sul Corriere della Sera del 17 settembre e
in genere di vari autori su tutti i settimanali illustrati.
A sostegno di questa tesi si citano varie testimonianze, da Bruno Zevi al curatore
della Biennale di Venezia Kurt Forster e altri.
Purtroppo, l'errore di Zevi (forse l'unico) stato quello di credere che
il cosiddetto computer, in altre parole i programmi CAD, con il conseguente
abbandono delle righe a T, squadre, compassi, tecnigrafo usati in funzione
della grammatica e della sintassi classiciste hanno liberato l'architettura.
Non feci in tempo a discutere con lui quest'equivoco e spiegargli che quando si lancia un programma CAD la prima immagine che compare nella schermata del computer sono proprio gli assi cartesiani, un chiaro invito all'ortogonalit. Se c' uno strumento grafico che insuperabile nel creare le illimitate ripetizioni (ortogonali), questo proprio il software CAD! Altro che liberazione!
Che si tratti di un equivoco grave dimostrato dalle seguenti considerazioni.
1. F.LL.Wright (come tutti gli architetti del movimento moderno) ha sempre usato i tavoli da disegno orizzontali con le righe parallele e i relativi complementi.
Persino Anton Gaud, prima di lui, aggiungeva a quest'armamentario
i modelli strutturali fatti di lenzuola di lino tese cui appendeva pesi per simulare e studiare gli sforzi delle sue strutture.
I risultati sono noti e inequivocabili.
2. La tecnica dei modelli in scala e soprattutto dei particolari architettonici al vero stata la prassi usata da tutta l'architettura del passato.
La usavano assiri e babilonesi, gli egiziani, i greci, i romani, gli architetti medioevali, Bramante, Leonardo, Michelangelo, tutti gli artisti delle botteghe del Rinascimento, fino agli anni '50 del secolo scorso.
3. Questa tecnica sopravvissuta negli architetti-artigiani, soprattutto
nell'industria automobilistica, aeronautica e spaziale. Le carrozzerie sono il risultato plastico pi evidente. Nel 1974 ricordo ancora la veduta dei tecnigrafi della sterminata sala da disegno (illuminata dalle 7.30 fino alle 19.00)
dell'Alfa Romeo dal ponte della Ghisolfa, che ogni giorno percorrevo per andare al lavoro nel mio laboratorio di Corsico. Altro che Computer per liberare il design
delle carrozzerie! Pier Luigi Nervi si serviva dei modelli fotoelasticimetrici eseguiti con speciali lastre polarizzate, tecniche soltanto ora velocizzate mediante
programmi strutturali tipo CAD.
4. I programmi CAD, sono semplicemente uno strumento. Allo stesso modo che le righe parallele e il tecnigrafo lo erano in passato. I costi e la tempistica
progettuale, impongono il loro uso. Per questi motivi, nessuna committenza oggi affiderebbe un incarico ad un'architetto senza la dotazione di computer e
programmi CAD.
Essi determinano quindi un'economia di tempo e di costi. Una sola postazione di lavoro equivale a tre disegnatori di allora. E' la loro liberazione e basta.
L'uso del computer quindi soltanto un problema tecnico-logistico. Le
cosiddette forme inedite sono invece un problema di linguaggio estetico.
Cio si confonde ancora la tecnica (nell'accezione moderna, che non
la techne=arte dell'antica grecia) con il problema espressivo del linguaggio dell'arte.
Alla faccia di Giorgio Vasari che gi distingueva e di Benedetto
Croce che approfondiva e aggiornava, con il suo Breviario di Estetica l'interpretazione del mondo della filosofia hegheliana. Che fatica riconoscere e ricordare.
Non vero che l'abbandono delle cosiddette costanti vitruviane e del rigorismo rettangolistico abbiano fatto esplodere le forme inedite (?) delle nuove tendenze dell'architettura.
Qualsiasi forma, anche la pi complessa pu essere riprodotta
con le tecniche dei modelli: in cera, argilla, gesso, legno (esattamente come si faceva fin dall'antichit), con l'uso dei compassi e del pantografo.
Punto dopo punto si ricostruisce tridimensionalmente la superficie per riportarla
nelle varie scale, sia nel progetto sia nell'opera reale.
Anche gli scultori l'hanno sempre usata.
Quindi chiaro che le cosiddette forme inedite non sono nate
dall'uso dei software CAD (computer).
Che cosa ha invece effettivamente permesso in questi ultimi dieci anni l'accettazione
generalizzata (a livello mediatico) della variabilit morfologica
delle architetture nelle varie ricerche dei loro autori?
Per capirlo occorre riportarsi alle seguenti tappe storiche che l'hanno permesso.
1. La fine del Terrorismo Culturale.
Dal 1946 fino agli anni della contestazione del 1968, in Italia vegetavano le due tendenze di corrente, la razionale e l'organica in un clima culturale e d'atteggiamenti che non escludeva il pi bieco accademismo.
Da noi ha prevalso lo pseudoneorazionalismo divulgato in Italia soprattutto
dalla rivista Casabella-Continuit diretta da E.N.Rogers che ha
preso il sopravvento rispetto al movimento organico divulgato da l'Architettura-Cronache
e Storia diretta da Bruno Zevi. Ogni ricerca estetica sulla morfologia in
architettura era tacciata di formalismo, cio il contenuto formale
fine a se stesso. Senza distinzioni. Chi svolgeva ricerche morfologiche in relazione
al territorio (come chi scrive) subiva quest'accusa, ritenuta infamante da tutta
la comunit della cultura dominante, non solo italiana, con il
conseguente ostracismo, esclusione dalle pubblicazioni ufficiali, oblio totale.
Dal 1968 si aggiunse l'accusa d'essere servi della speculazione edilizia.
Ci si doveva vergognare del fare architetture in cui esiste la componente della
plasticit morfologica: l'atteggiamento dell'approccio sociale alla
progettazione non doveva lasciare spazio all'architettura. Qualsiasi ricerca
di nuove morfologie architettoniche era considerata avveniristica (imbecille
accezione usata ancora oggi dal giornalismo quotidiano). Per fortuna alla fine
ha prevalso l'ultimo Zevi del condensato critico e storiografico che si conosce
e libero dagli originari atteggiamenti dell'accademico.
2. La quasi fine dell'ignoranza accademica.
Il contenuto dell'insegnamento accademico delle facolt d'Architettura
escludeva le connessioni tra l'arte del costruire e le vie per acquisire la
cultura morfologica nella progettualit. Addio alla formazione culturale
di quella generazione d'architetti.
3. L'affermazione di un tipo di committenza con il sentimento dell'esteticit
(indipendente dai meri studi scolastici). Il sentimento d'esteticit
non acquisizione di nozioni.
4. La volgarizzazione dei contenuti visivi delle avanguardie storiche
del costruttivismo, del futurismo, del cubismo, del surrealismo, dell'astrattismo,
di cento anni fa. Senza rendersene conto la percettivit del mondo da
parte dei contemporanei ha agito in funzione di questo patrimonio visivo. Chi
nasce oggi l'ha gi nel suo patrimonio genetico e potr partire
da zero.
5. La diffusione delle tecniche di elaborazione delle immagini connesse
con la comunicazione dei media.
Questo percorso durato cinquant'anni.
Ora che fare?
Per progredire nell'arte del costruire e nella comprensione e lettura
della variabilit morfologica delle architetture, nelle varie ricerche
dei loro autori? E distinguere tra i veri apporti d'originali espressioni linguistiche
dalle piatte e ingannevoli ripetizioni della spettacolarizzazione delle matrici
delle avanguardie storiche?
Prima di tutto essere contro alle esposizioni a tema. Il tema
soltanto la costruzione mentale dello storico o critico d'arte ed quasi
sempre fuorviante. E' anche sempre in ritardo sull'interpretazione del mondo
da parte dell'arte. Per contro le esposizioni delle ricerche dei singoli
artisti sono illuminanti, istruttive e stimolanti.
Occorre quindi accedere (nello specifico) alla conoscenza delle ricerche
nei singoli artisti, tra le relazionalit morfologiche di carattere estetico
presenti nella localit e la comunit locale.
Si pu dimostrare che questo tipo di ricerche stato in vari
modi svolto e applicato dagli autori fin dall'antichit e ha prodotto
tutta la ricchezza delle morfologie estetiche presenti nelle molteplici localit
territoriali. Lentamente e dopo il Rinascimento con progressive accelerazioni.
A titolo di esempio riporto una lettura di alcuni particolari morfologici
che sono le matrici formali ricavate da un percorso percettivo all'interno
di un Oratorio del 1770 in una localit del retroterra ligure.
La percezione visiva delle matrici formali all'interno di un Oratorio del retroterra
ligure ( Carbuta 1753) da parte dei contemporanei di allora, (Longhi 1743)
La percezione visiva delle stesse matrici formali,
cambiate di scala e rese interattive con l'ambiente esterno dell'Oratorio
del retroterra ligure ( Carbuta 1753) da parte dei contemporanei di oggi.
Allo stesso modo si pu condurre una lettura morfologica di un dipinto
mediante un percorso percettivo elettronico tradotto in immagini tridimensionali
e sezioni trasversali. Si pu cos dimostrare che la ricerca delle
iconografie morfologiche della pittura astratta dell'avanguardia storica
contenuta in una rappresentazione tridimensionale.
"Il filosofo", dipinto ad olio del 1999 (particolare)
Vista d'insieme, particolare e pianta del dipinto elettronico.
Al di fuori di questa strada esiste soltanto il progressivo scollamento tra
le morfologie e il territorio estetico locale, con il risultato dell'omologazione
delle forme ripetitive.
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