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Si sono appena conclusi i festeggiamenti per l'inaugurazione ufficiale della Walt
Disney Concert Hall, un evento atteso per 15, lunghi, tormentati anni e che, per
un motivo o per un altro, ha rischiato di non vedere mai la luce.
Per quanto riguarda il giudizio critico e la ricostruzione storica della vicenda
rimando ad altra sede, mentre qui mi preme sottolineare solo due aspetti: il ruolo
svolto dalla stampa e l'impatto dell'opera nel contesto urbano.
Da circa una decina di giorni l'inaugurazione della Disney Hall un po'
sulla bocca di tutti. Tutti sentono la necessit di dire la loro (e non
sempre in termini elogiativi) sul nuovo simbolo della citt californiana.
La prima impressione non pu che essere di smarrimento, di perplessit.
La seconda una irresistibile necessit di entrare dentro per vedere
come sono orchestrati gli spazi sotto la pelle argentea dei pannelli metallici.
L'interesse per l'opera talmente palpabile che la Filarmonica ha deciso
di consentire per il mese di novembre visite guidate con partecipazione individuale,
mentre da dicembre in poi le visite potranno avvenire solo per gruppi.
Si sa che i capolavori, le opere di rottura hanno tempi di assorbimento molto
lenti e difficilmente si radicano nella coscienza della stragrande maggioranza
del pubblico e quindi ci chiediamo: come mai si creato un interesse cos
diffuso per un'opera architettonica moderna cos dirompente?
I motivi sono tanti ma come, ho gi premesso, uno ha giocato un ruolo decisivo:
l'informazione giornalistica. Lontani i tempi in cui l'architettura era relegata
nel ruolo di ancella, e lontani i tempi in cui il volgare esibizionismo post-modern
affascinava le riviste alla moda, l'informazione giornalistica ha preso atto del
crescente interesse del pubblico verso una disciplina che, nel bene e nel male,
contribuisce a creare lo spazio fisico in cui si vive, si lavora, si gioca, si
medita, si prega, si studia.
Lewis Mumford ci ha raccontato come una volta l'alta cultura fosse appannaggio
della cittadella, una ristrettissima ed impenetrabile lite religioso-politico-miltare
al di sopra di tutto e di tutti. Poi l'alta cultura scesa nell'agor,
nel forum, nei comuni e oggi si sporca con l'orrido del suburbio.
Il Los Angeles Times ha offerto una copertura giornalistica all'iter del capolavoro
gehriano quale mai si era vista prima. Sin dalla competizione del 1988 attraverso
articoli, opinioni, lettere, polemiche ha contribuito a tenere informati i cittadini
sulle vicende tecniche, politiche, finanziarie della nuova sede della Filarmonica.
Ma il giornale non si limitato ad informare. Nei momenti pi difficili
ha preso posizione: ha difeso l'opera dagli attacchi dei critici da salotto e
dei demagoghi ed ha contribuito finanziariamente con 5 milioni di dollari.
Per l'inaugurazione ha organizzato una copertura a tutto campo: dall'editoriale
augurale di Diane Haithman all'intervista con Toyota, autore dell'acustica della
sala, dall'articolo del suo critico d'architettura, Nicolai Ouroussoff, alle interviste
dei residenti, dalle valutazioni sulle ricadute economiche alle esperienze dei
musicisti, dalle battute con Gehry ed Esa-Pekka Salonen, il carismatico direttore
musicale della filarmonica, alle interviste con i VIP.
Il LATimes ha fatto gli onori di casa ma anche il resto della stampa americana
ha dato un grosso contributo informativo: da Time al New Yorker Review of Books,
da Newsweek al New York Times, dal Washington Post a the New Yorker. Per non parlare
delle decine di giornali locali che mettendo in evidenza ora un aspetto ora l'altro
hanno spesso dato la parola al "piccolo uomo". Anche i networks televisivi
nazionali hanno fatto la loro parte: da ABC e PBS che hanno mandato in onda interviste
a Gehry a Fox News, a NBC e CBS. Due riviste, Metropolis e Architecture hanno
pubblicato gi sui numeri di ottobre recensioni critiche dell'opera
Gli invidiosi del genio, i mediocri frustrati scambieranno tutto ci per
un'esibizione di mondanit e continueranno imperterriti a raccontarci la
favoletta delle mode, delle forme fugaci, dell'esibizionismo.
"Quello che rende l'edificio cos toccante come opera architettonica
la sua abilit di esprimere un pi profondo creativo conflitto:
il riconoscimento che la bellezza ideale raramente esiste in un mondo imperfetto."(N.
Ouroussoff)
"Seduta in cima al distretto di Bunker Hill a downtown, la Disney Hall
il pi splendido edificio che possiate, probabilmente, mai vedere."
(H. Muschamp)
"Sebbene il museo di Bilbao sia innegabilmente opera di un genio, la Disney
Hall pi matura, pi focalizzata, pi raffinata....
ed meglio eseguita nei dettagli."(M. Filler)
"Se avete visto il Gran Canyon, un'altro oggetto inondato di sole e di
curve di ipnotico potere, avete una qualche idea di cosa sia la Disney Hall..."(R.
Lacayo)
"Disney Hall qualcosa di pi raro che una grande strada urbana.
un sereno, nobilitante edificio che dar alla gente di questa
citt di spazi privati un nuovo senso di piacere dello spazio pubblico."
(P. Goldberger).
Il compositore contemporaneo John Adams, la cui opera "The Dharma of Big
Sur" stata eseguita la terza sera, si cos espresso
"Ci sono molti edifici moderni che ti fanno sentire come se stessi entrando
in un territorio ostile, nemico. Questo edifico l'opposto."
Il giudizio pi scoppiettante l'ha dato Ed Moses, l'artista amico di lunga
data di Gehry:"Quando sali le scale [dal parcheggio sotterraneo]e
la guardi [l'opera], essa esplode come i fuochi d'artificio."
A parte il valore dell'opera in s interessante analizzare l'impatto
con il contesto.
La competizione per la Hall viene tenuta nel 1988 e gi da subito si punta
ad un'opera di qualit che funzioni da stimolo per la rinascita di downtown
che ha conosciuto un'inarrestabile declino sin dagli anni '30. L'effetto Bilbao
di l da venire ma la Disney Hall ha il potere di mettere in moto
un processo che negli anni si riveler lungimirante. Nel 1990 viene realizzata
la sinuosa scalinata di Bunker Hill opera di Lawrence Halprin, nel 1993 Pershing
Square su progetto di Legorreta, nel 2003 la nuova cattedrale cattolica di Moneo
ed tuttora in costruzione la nuova sede del dipartimento dei trasporti
della California, opera di Thom Mayne.
Ma ci che pi conta ha risvegliato l'interesse degli investitori
immobiliari del settore residenziale che era l'aspetto pi complicato dell'intera
operazione di rinascita. Molti edifici in disuso sono stati ristrutturati e trasformati
in appartamenti. Finora sono appartamenti per single perch senza
scuole e senza negozi al minuto difficile attirare le famiglie.
Ma Ralphs, una grossa catena di supermercati della California, ha in programma
di aprire il primo supermarket nel 2005.
Oggi ci sono 19 complessi residenziali in costruzione ed altri 30 sono in attesa
dei permessi.
Anche lo SCI-Arc, l'istituto di architettura diretto da Moss, lo scorso anno si
trasferito da Venice a downtown, dopo aver scartato altre possibili sedi.
E Moss ha giustificato la scelta proprio per il clima dinamico che anima ormai
il cuore della citt. Gilmore, il pi attivo degli operatori ha
colto al volo l'occasione ed ha istituito ottimi rapporti con lo SCI-Arc e la
qualit degli interventi non potr che guadagnarne.
Ora il turno di Eli Board, il finanziere e filantropo che ha recuperato
il progetto dato per morto della Disney Hall: ha annunciato qualche settimana
fa un piano per la sistemazione dell'area intorno a Grand Ave., dove si affaccia
la Disney Hall, che prevede due grattacieli per uffici, due complessi residenziali,
un albergo, ristoranti e negozi.
Nessun piano burocratico, nessuna pianificazione statalista avrebbe potuto fare
di meglio. Un leggerissimo Strategic Plan che individua i poli a cui ancorare
lo sviluppo, il polo culturale (Music center, MoCA, Biblioteca), quello amministrativo
(Comune, Tribunale, Dipartimento trasporti) e quello sportivo-convegnistico (il
palazzo dello sport, il centro congressi). Il tessuto connettivo comprende uffici,
negozi e residenze.
E' in quest'ottica che Richard Koshalek, presidente dell'Art Center College of
Design di Pasadena ha organizzato un lavoro svolto in collaborazione tra gli studenti
di architettura di UCLA diretti da Thom Mayne, della CalArts Graphic Design e
dell' Art Center film and photography. Il lavoro incentrato sul ruolo
che pu svolgere la creativit nel porre le basi nella rinascita
di downtown. Le proposte che sono venute fuori sono frutto di una competizione
interna. I risultati di questo lavoro sono pubblicati in due superbi volumi curati
da Morphosis: L.A. Now e Shaping a New Vision for Downtown Los Angeles.
"Ci stiamo muovendo da una cultura suburbana verso qualcosa di pi
che una cultura urbana."dice Koshalek che stato, ricordiamolo,
uno dei pi strenui difensori del progetto di Gehry organizzando in mezzo
all'infuriare delle polemiche una mostra sulla Disney Hall. La cosa provoc
sconcerto nell'ambiente perch Koshalek all'epoca era direttore del MoCA,
ed raro che il direttore di un museo, sia pure d'arte moderna, si schieri
cos apertamente in favore di un progetto discusso e controverso. La forza
delle idee di una cultura davvero libera.
Per concludere. Il capolavoro gehriano conferma che la moderna cultura architettonica
pienamente immersa nelle problematiche del mondo contemporaneo, non si
lascia irretire n dalle fughe a ritroso n da quelle in avanti.
Non persegue rigidi formalismi e disdegna le forzature ideologiche. Non ha nulla
da spartire con chi vuole liquidarla come futile sovrastruttura e con chi spinge
verso l'evasione.
Ora aspettiamo di sentire le prediche, i profeti di sventure, i fustigatori dei
costumi, i professionisti dello sperpero e tutti coloro i quali hanno costruito
le loro carriere gettando fango sull'architettura moderna. Ma la Disney Hall
l a testimoniare che questo gioco al massacro culturale non paga pi.
Cin-Cin "Maestro" Gehry!
Santa Monica, CA 10/27/2003 |