Caro Rosa,
tra cinquantenni c' poco da dirsi...ci si capisce. Quante erre mosce abbiamo sentito eh? E quanti papillon, e quanti occhialini tondi, e quanti sigari toscani in bocca, e quante damazze (anche studentesse), e quanti esami di gruppo, e quante moquette negli studi dei professori, e quanti incarichi professionali a senso (politico) unico o quasi?
E quanta angoscia di chiedere i soldi ai committenti, e quanta rabbia nel vederseli rifiutati, e quanto finto buon viso nel rientrare a casa a sera con la rabbia causata dai clienti, dagli assessori e dai soldi mancati, e quanta illusione (vedrai che dai e dai...)? Si, andata cos. Oggi forse un sorriso ci viene strappato dai nostri vecchi disegni (quelli fatti con la matita e la china)...su quei disegni non vediamo piante e sezioni, non vediamo alzati e prospettive: vediamo un ragazzo di trentanni che non aveva capito niente, vediamo un giovane marito che avrebbe voluto rendere la propria moglie orgogliosa di lui (anche le nostre donne abbiamo trascinato con noi). Beh, pazienza, andata cos.
Un caro saluto.
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