Allegoria
dellobbedienza
(Giotto
- Basilica
Inferiore di Assisi, Allegorie francescane,
1306 -1311)
Sotto una loggia, di
carattere cosmatesco, lObbedienza, alzando
lindice per comandare silenzio,
impone il giogo a un frate che le sta dinanzi in ginocchio. Ai lati, la
prudenza bifronte col compasso, lo specchio e lastrolabio e
lUmilt con un
cero. Sotto lUmilt, un angelo impedisce
lingresso ad un centauro, simbolo
della superbia; presso la Prudenza, un uomo e una donna, guidati da un
angelo,
chiedono di essere sottomessi al giogo.
Finisce
un 2012 che, secondo autorevoli interpretazioni, vede il nostro paese
momentaneamente salvo dal baratro finanziario e indirizzato verso un
futuro di
maggior rigore, seriet, per dirla in breve, disciplina. Al
netto del fatturato
delle attivit delle mafie, dei costi indotti dalle
burocrazie e dalle attivit
di natura pubblica, necessarie fino alla soglia dello spreco (che da
noi non
trova oggettivi limiti legali e reali controlli, pur avendo una
Costituzione da
Sogno, come direbbe Flavio Briatore), abbiamo messo insieme il pranzo
con la
cena con la manifattura, con la trasformazione di materia prima in beni
di
consumo tramite l'uso della tecnica, guidata dall'intelligenza. Abbiamo
anche
tentato di sviluppare ed evolvere positivamente la qualit
dei servizi, il
turismo, l'agricoltura ed altre belle potenzialit che sono
nelle nostre corde.
Il tutto frenato da una burocrazia incredibile che ci regala tomi
interi per
normare aspetti che negli altri paesi europei sono regolati da dieci
chiare
righe, punto. Questo in ossequio sempre alle garanzie costituzionali
che hanno
consentito tranquillamente di incendiare con il napalm le pensioni
della classe
mediobassa per poi ergersi a difesa, sempre costituzionale, delle
pensioni
milionarie e degli stipendi (da sogno..) dei boiardi di stato.
Dietro il dito delle questioni ideali e ideologiche si sta consumando
uno
scontro tra il mantenimento dello status Quo di una spesa pubblica
incontrollata, mantenuta da un continuo aumento di tasse che minano
sempre pi
la tenuta del mondo produttivo, e la scelta di riorganizzare la
funzione ed i
costi dello stato secondo criteri pi razionali, imponendo
limiti oggettivi e
reali alla discrezionalit dei partiti politici e loro
collegati in economia.
Gli esiti di questa partita condizioneranno le potenzialit
future delle nostre
attivit produttive, non solo, anche quelle intellettuali.
Cambiare gli italiani (se non sbaglio idea accarezzata anche nel
ventennio,
quello tutto novecentesco..) proposito molto forte, richiede un
chiarimento di
motivazioni e di metodo che non lascino dubbi sulle intenzioni e sugli
obiettivi. In gioco c' la libert degli
individui di determinare la propria
vita, di fare scelte in un campo possibilmente ampio di opzioni e non
sempre
pi ristretto. Se l'obiettivo la pura
disciplina in omaggio ad un ordine tecnico-finanziario,
omologato a livello europeo, temo che quello che abbiamo saputo
produrre a
livello creativo prender definitivamente la china del
declino. Mi chiedo anche
quale sar allora il nostro ruolo, la nostra
abilit.
Quando Steve Jobs si pose il problema di cercare un designer per dare
anima ai
prodotti Apple, avendo capito che la tecnologia non il
fine ma il mezzo, pens
ad un italiano e, per primo, a Giorgio Giugiaro. Ha ragione Oscar
Farinetti
quando dice che siamo meno dell'uno per cento della popolazione
mondiale, ma la
parte restante del mondo vuole i nostri prodotti. Dentro il nostro
design, se
per design non intendiamo solo la forma o la superficie del prodotto ma
tutto
il processo materiale, intellettuale, etico che lo compone,
incluso un
messaggio di libert e di speranza che
linguaggio universale.
O almeno lo stato nel novecento quando si incrociarono le
vite di artigiani
coltissimi nella capacit di lavorare, e intellettuali
determinati a
trasformare in fatti e oggetti astratti concetti di novit e
cambiamento. Gente
giovane.
Di fronte a questi temi si rischia sempre la macchietta: noi santi,
eroi,
navigatori ecc... ma la realt di quello che abbiamo creato
e sappiamo produrre
un dato oggettivo, che ha trovato terreno fertile in una
condizione sociale
ed esistenziale favorevole, ordinata o disordinata che fosse.. Forse,
questa,
la faccia pi presentabile del nostro paese.
Vedremo come cambier questa faccia.
Buon 2013.
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