Risultato di alcune lectures tenute, nellarco di quattro anni, presso
lUniversit di Princeton, Ten Canonical Buildings 1950-2000
(1) segna il ritorno di Peter Eisenman sulla
scena della teoria applicata al progetto di architettura. Dieci le architetture
scelte: da la Casa Il Girasole di Luigi Moretti alla Farnsworth
House di Mies van der Rohe, dal Palazzo dei Congressi di Strasburgo di Le Corbusier
alle Adler&De; Vore Houses di Louis Kahn. E ancora la Vanna Venturi House
progettata da Robert Venturi per la propria madre fino al Peter B. Lewis Building
di Frank O. Gehry passando attraverso il Leicester Building di James Stirling,
unincursione italiana nel Cimitero di San Cataldo di Aldo Rossi, la Biblioteca
Jussieu di Rem Koolhaas e il Museo Ebraico di Daniel Libeskind. Un lavoro questo,
costruito sulle letture compositive dei diversi edifici, letture diagrammatiche
presentate fin da subito da Stan Allen, preside della Facolt di Architettura
a Princeton e con un rapido vadevecum dello stesso Eisenman in apertura di volume.
Dieci architetture che si risolvono nella materia e non nel cartone, architetture
di crisi, interferenze propositive del fare progettuale che costringono il lettore
ad interrogarsi su un concetto, quello di canonicit. Riprendendo Harold
Bloom e il suo The Western Canon(2), Peter Eisenman
si sofferma su una definizione bistrattata dal pensare comune. La storia non
procede secondo una sterile continuit ma attraverso momenti di discontinuit
e contraddizioni visibili. Ritrovabili ad esempio nelle complesse e contraddittorie
architetture come la Vanna Venturi House o la pi recente Biblioteca
Jussieu progettata da Koolhaas.
Il filo rosso con il sistema di lettura di Colin Rowe evidente. Lo
era gi stato nel lavoro su Terragni e ancor prima nella tesi di dottorato
sulla base formale dellarchitettura moderna - The Formal Basis of
Modern Architecture (3) -
cos come nei saggi raccolti sotto lauspicio della fine del Classico.
Si ritrova anche qui quellatteggiamento analitico, di lettura
diremo noi compositiva applicata allarchitettura. Letture che
procedono per diagrammi. Un diagramma che, nel caso dei Ten Canonical Buildings,
viene fuori dallanalisi critica di un manufatto. Trovandone la chiarezza
e lordine formale, disvelando lequazione che sta dietro ogni architettura,
quasi che possa risolversi anche come matrice per linvenzione. Il diagramma,
di per s, si pone come strumento ri-organizzativo. La sua azione, per
dirla con Eisenman, il contropiede.
Cos, le dieci architetture presenti in questo recente volume edito da
Rizzoli rimandano ad un lavoro ormai interiorizzato dallautore, fin dalle
pagine della rivista Oppositions(4). Ledificio
di Stirling, ad esempio, era gi stato oggetto delle prime letture critiche
da parte di Eisenman.
I tempi, tuttavia, son cambiati. Negli anni Ottanta, lInstitute of Architecture
and Urban Design (IAUS) raccoglieva i dibattiti attorno al progetto di architettura,
auspicando un ritorno della teoria lontana dalle ideologie che avevano concluso,
portandolo alla disfatta, il Movimento Moderno. Eisenman proponeva la sua cardboard
architecture mettendo in discussione gli elementi costruttivi dellarchitettura
e imponendo strategie compositive che passavano attraverso variazioni per contrasto
o minimalismi ricercati. Lo faceva attraverso le parole e le cose.
Ten Canonical Building rispecchia una condizione attuale. Lo studio
sulle cardboard architecture ha soltanto lasciato il posto ad un nuovo spettatore
Eisenman stesso lettore a met strada tra lazione
e la privazione del fare.
- P. EISENMAN, Ten Canonical Buildings 1950-2000,
Rizzoli, New York 2008.
- H. BLOOM, The Western Canon, MacMillan, London
1995.
- P. EISENMAN, The Formal Basis of Modern Architecture,
Lars Muller, Baden 2006. Ristampa della tesi di dottorato discussa da Peter
Eisenman a Cambridge nel 1963, questo testo affronta fin dalle prime righe
le motivazioni di un lavoro che si incentra sullutilizzo della logica
e della ragione nella rilettura compositiva di architetture prese a prestito
da alcuni maestri del Movimento Moderno: Le Corbusier, Frank Lloyd Wright,
Alvar Aalto, Giuseppe Terragni.
- M. HAYS (a cura di), Oppositions Reader: Selected Essays
1973-1984, Princeton Architectural Press, New York 1998.
Questa raccolta degli scritti pi significativi apparsi su Oppositions
si inserisce allinterno di una pi completa risistemazione dei
materiali pubblicati da alcune riviste americane come la stessa dello Iaus
e la rivista di Yale Perspecta.
|