Complessit

Storia e Critica

Complessit


di Daniele Antonioli
28/2/2000

Lastrazione, quando non sostenuta da una adeguata tensione intellettuale oltre che pittorica, diventa un meccanismo poco pi che ragionierile sostiene a buon diritto il critico darte F.Caroli, spostando lattenzione non tanto sul valore dellopera, giudizio un poco anacronistico rispetto ai tempi attuali, quanto sulla legittimit di un metodo pittorico.
Parafrasando lincipit rispetto allarchitettura potremmo sostenere che il decostruttivismo, quando non sostenuto da una adeguata tensione intellettuale oltre che pittorica, diventa un meccanismo poco pi che ragionierile; generalizziamo, vero, poich le logiche compositive dietro un processo di tal tipo sono assai differenti da progettista a progettista e non vogliamo cadere nella banale quanto sterile catalogazione che troppo spesso viene adoperata per delineare il campo ai non addetti ai lavori, ma rimane che, come del resto per larte figurativa, dietro ad un numero crescente di opere architettoniche si pu leggere una matrice di ragionamento comune, denominata decostruttivismo. Ci preme di tentare di fare luce su queste logiche che, troppo spesso, sono fraintese: ci appare quantomeno singolare il fatto che Bruno Zevi, strenuo difensore nonch paladino dellarchitettura organica in Italia (fin dai tempi dellAPAO) difenda questa poetica denotata da un apparente disordine. I motivi che possono portare a conciliare le posizioni dello Zevi sono da ricercare proprio dietro a questo disordine, o meglio a questo caos che oggi trova un riscontro scientifico rigoroso negli studi sullalgebra non lineare giunti alla divulgazione di recente grazie alle forze congiunte di vari studiosi e premi nobel tra cui, contributo indispensabile anche se non unico, lIstituto di Santa Fe. Caos, catastrofi, e complessit sono termini che oggi hanno raggiunto un significato nuovo, non si tratta di eventi nefasti che sfuggono alla comprensione umana, bens di fenomeni precisi, verificabili rigorosamente attraverso una nuova scienza che ha finalmente compreso come ogni evento, anche il pi insignificante come il battito delle ali di una farfalla, sia strettamente connesso con altri completamente differenti e di entit ben pi imponente (un uragano). Tutta la natura, in ogni sua configurazione fenomenica, come nota anche Portoghesi in un articolo apparso sul numero 818 di Domus, pu essere ricondotta e spiegata attraverso lutilizzo di attrattori strani, attraverso lausilio di geometrie frattali che riescono in tal modo a creare nuove forme non pi legate al ristretto mondo della geometria euclidea ma aperte verso una nuova e poliedrica realt che permette di raffigurare una montagna non pi come una sommatoria di parallelepipedi e tronchi di cono accatastati pi o meno a caso per ottenere un effetto (poco) realistico ma come rappresentazione pluridimensionale molto maggiore delle tre canoniche dimensioni che il mondo della prospettiva ci ha trasmesso. Il decostruttivismo figlio di questa nuova visione del mondo, riesce a creare e a governare spazi secondo una metodologia scientifica che, tuttavia, nelle sue logiche frattali e non euclidee, lascia ben poco spazio alla disposizione casuale di elementi e ad un governo dello spazio poco consapevole, poich, dietro alle forme complicate e agli angoli non retti, si pu tuttavia ritrovare un attrattore strano, unarmonia tipica di elementi naturali quali le nuvole, le piante e i fenomeni orogenetici. In nessun momento della storia dellarchitettura come quello presente ci si trovati di fronte ad una poetica la cui mera riproducibilit sia tanto difficile: dietro a tutti i grandi del passato possibile evidenziare un complesso di regole necessarie per una buona composizione, e, in questo modo, chiunque dotato di poca personalit aveva a disposizione un prontuario di formule magiche che potevano essere, opportunamente riadattate, riciclate per ogni situazione. La decostruzione invece presuppone una consapevolezza ed un ragionamento che non immediato, non opera mediante un metalinguaggio costellato di dogmi inviolabili ma attraverso una logica filosofico scientifica che, senza essere compresa a fondo e senza essere studiata e approfondita, non pu dare luogo che ad un ibrido facilmente riscontrabile, esattamente come un quadro astratto senza un processo mentale dietro.

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