Dei PRG

Opinioni

Dei PRG


di Leandro A. Janni
4/9/2002

Se il saggio indica la luna, lo stolto guarda la mano (Antico proverbio cinese)

Dei PRG (sintetico acronimo che sta per Piano Regolatore Generale), allo stato dellarte, si pu dire che appaiono, sono divenuti, vere e proprie opere di tipo kafkiano, pirandelliano, borgesiano. Conosciamo tutti il gusto per la metafora, per il paradosso, per gli enigmi, di questi straordinari autori di letteratura: Kafka, Pirandello, Borges, appunto.
La letteratura - comunque - attivit di tipo prevalentemente contemplativo e qualcuno - a ragione o a torto - afferma che essa incida poco sulla realt. Forse ci vero, cos come altrettanto vero che i PRG, durante il loro lungo, faticoso, tortuoso iter, percorso, alla fine, risultano - quasi sempre - opere, che poco hanno a che fare con gli abitanti dei luoghi, delle citt, dei territori. La realt - strutturale e fenomenologica - insomma, cui avevano fatto riferimento, quantomeno inizialmente.
Con i venti che corrono, comunque, ho proprio limpressione che i PRG, probabilmente pi presto di quanto pensiamo, faranno bella mostra di s, nellarchivio delle cose fastidiose e complicate del secolo scorso. In questo modo, per, non pi esposti allagone economico-politico, si trasformeranno - finalmente - avranno la piena legittimazione culturale delle opere di letteratura, del testo da museo, da istituzione accademica. O, volendo, da caff letterario.
E allora mi chiedo: perch, anzich commissionare PRG - obsoleti, inattuali strumenti tecnico-giuridici per la programmazione, la progettazione ed il controllo ordinato delle nostre e confuse e disperse metropoli - non organizziamo interessanti, certamente meno faticosi, pi gratificanti concorsi letterari, artistici, sul tema, ad esempio: La citt contemporanea come festival? Tra le altre cose - presumo - ci costerebbero meno, molto meno di un PRG; ci divertiremmo tutti di pi e, cosa fondamentale in una societ dello spettacolo e del marketing come la nostra, determinerebbero un notevole ritorno di immagine. Per noi tutti, cittadini local o global.
Proporrei quindi di sottoporre I nuovi PRG letterari agli assessorati alla cultura e allistruzione, invece di ostinarci a tartassare gli uffici tecnici che, insieme agli assessorati allurbanistica e alle opere pubbliche, risultano alquanto oberati da tante, troppe incombenze.
In fondo, quello della citt, del territorio - sgravato da inutili, fastidiose complicazioni - un tema piuttosto interessante, affascinante. Perch lasciarlo agli architetti (o ingegneri, naturalmente), agli urbanisti, ai giuristi? Meglio, molto meglio, gli scrittori, gli artisti. I rassicuranti musei, le silenziose biblioteche, i gustosi, riscoperti caff letterari, purch di raffinate ed aristocratiche tradizioni, naturalmente.
Unultima considerazione - come dire - di tipo semantico, se volete, letterario: negli ultimi tempi, i nostri contemporanei alchimisti della politica - per ci che attiene alla citt, al territorio, allambiente - sono passati dalluso dei termini conservazione, conservare, conservatore, alluso dei termini ordine, ordinare, ordinatore; o, se proprio necessario, inevitabile, riordino.
Non oso chiedermi le motivazioni di tale sottile metamorfosi. Di certo, non letterarie.

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